Olga Pashchenko è la clavicembalista che sarà solista assieme a Assen Boyadjiev nel Concerto per clavicembalo fortepiano e orchestra di Carl Philip Emanuel Bach: non è la prima volta che la incontriamo perché suonò con Theresia nel 2012, nella Finale del Premio Ferrari. Dopo tre anni, ci siamo fatti raccontare come va la sua vita professionale. Nata in Russia, 28 anni, Olga vive ad Amsterdam, dove lo scorso anno ha concluso gli studi diplomandosi in clavicembalo: “Quello di Amsterdam in verità è stato l’ultimo dei miei tanti diplomi: prima mi sono laureata in Russia in quattro diverse specializzazioni, pianoforte, clavicembalo, fortepiano e organo, poi ad Amsterdam ho seguito i corsi diplomandomi in fortepiano nel 2013 e in clavicembalo nel 2014.”
Hai deciso di specializzarti nell’ambito della musica antica?
“A dire il vero no: continuo a suonare anche l’organo e il pianoforte moderno, quindi il mio repertorio va dal Barocco alla musica contemporanea. Anche con il clavicembalo non mi limito all’antica, suono Ligeti (Contiuum e Hungarian Rock) e Xenakis.”
Molti tuoi colleghi preferiscono concentrarsi su un repertorio molto più focalizzato, possiamo dire che tu invece sei eclettica?
“Sì, lo sono sicuramente, sono curiosa e trovo molto divertente e stimolante suonare quattro strumenti e affrontare un repertorio così vasto.”
Qual è la difficoltà nel passare da uno strumento all’altro?
“Dal punto di vista tecnico ovviamente ognuno dei quattro strumenti ha le sue caratteristiche, e serve la giusta concentrazione per cambiare atteggiamento. Ma è un po’ come avere quattro amici diversi, e conoscerli a fondo, ognuno con le sue particolarità.”
Come organizzi il tuo lavoro? Nel periodo che precede un concerto ti dedichi esclusivamente allo strumento che dovrai suonare?
“Sarebbe bello ma non è possibile, perché spesso ho impegni che si sovrappongono e devo sudiare contemporaneamente più repertori. Certo, non succede che nella stessa giornata io li suoni tutti e quattro: non ne avrei il tempo! Però posso dedicarmi esclusivamente ad un solo strumento solamente nei giorni immediatamente precedenti il concerto, come accade qui a Dobbiaco durante lo stage con Theresia.”
A proposito del fatto di suonare più strumenti, parliamo del Concerto di CPE Bach, scritto per clavicembalo e fortepiano: l’avevi già eseguito in precedenza? “No. Lo conoscevo ma non l’avevo mai studiato. E’ una composizione interessantissima, soprattutto pensando al fatto che al tempo di CPE Bach i compositori scrivevano per tastiera spesso senza indicare precisamente a che strumento era destinato il pezzo. In questo caso invece sono indicati chiaramente due strumenti a tastiera diversi come il clavicembalo e il fortepiano.”
Hai già suonato con Theresia tre anni fa in occasione del Premio Ferrari per fortepiano, vincendo il Primo Premio: che cosa ha significato per te quell’esperienza?
“E’ stata molto importante: raramente si ha l’occasione di suonare così tanto il fortepiano in concorso. Avevo presentato repertorio solistico e due concerti, di cui uno di Ferrari che purtroppo non ho più potuto eseguire.”
Dopo la prima prova qui a Dobbiaco con Theresia e Chiara Banchini qual è stata la tua impressione?
“Ottima, naturalmente: è bello lavorare con Chiara Banchini perché lei suona e dirige contemporaneamente, quindi guida autorevolmente l’orchestra ma allo stesso tempo ne fa parte.”