“Da piccola volevano che suonassi il violino: ma a me non piaceva stare ferma in piedi, e allora suonavo camminando, in giro per la casa. Credo che abbia fatto molto bene alla mia capacità di memorizzare la musica, perché ovviamente non potevo portare con me lo spartito!” Martyna Jankowska, polacca, ha iniziato la sua formazione di musicista così, camminando: si è fermata presto, quando la sua famiglia ha capito che in quella bambina vivace si nascondeva una violoncellista di talento: “Il violoncello mi piaceva di più, e non solo perché si suona stando seduti! Mi piaceva il suo suono, il modo di tenerlo… e poi anche mia mamma è una violoncellista, e lo sono anche mia nonna e mia zia: vedevo gli allievi di mia madre, che suonavano, facevano concorsi, erano sempre in piena attività, mentre io col violino facevo poco. Così, un po’ perché ferma col violino in mano non ci volevo proprio stare, un po’ perché invidiavo quei violoncellisti, a 9 anni ho chiesto e ottenuto di studiare violoncello con mia madre.”
In famiglia, la musica è una cosa naturale, e Martyna ha la fortuna di crescere circondata dai suoni più diversi: “Mio papà è un fisarmonicista, mia sorella ha studiato violino e suona jazz: in famiglia rappresentiamo davvero tanti generi musicali.”
L’incontro con la musica barocca avviene piuttosto presto: “C’erano questi due amici, due gemelli che studiavano come me musica, violino e clavicembalo: abitavamo vicino e decidemmo di mettere su un trio. Il fatto che ci fosse il clavicembalo ci ha costretto subito a confrontarci con un repertorio tardo barocco e classico non così consueto. In più, anche se durante gli anni della scuola superiore studiavo naturalmente voloncello moderno, il mio insegnante era anche uno specialista di barocco, e mi ha insegnato molte cose e permesso di conoscere l’approccio storico al repertorio.”
Come tanti giovani, negli anni dell’adolescenza Martyna non aveva ancora scelto la musica in maniera esclusiva: e dopo il Liceo avrebbe voluto fare medicina. E’ stato il periodo di preparazione all’Università, in realtà, a farle scegliere di continuare professionalmente con il violoncello.
E adesso? “Vorrei spostarmi a Londra e continuare lì il mio perfezionamento: lo scorso Dicembre ho superato l’esame di ammissione alla Royal Academy di Londra per un corso post-diploma, che dovrei iniziare il prossimo Settembre. In questo momento sto raccogliendo i fondi per trasferirmi.”
Perchè è così importante per te spostarti a Londra? “In questo momento vivo a Poznań, in Polonia, e posso dire di avere una buona situazione in relazione a quello che offre la città. A Londra però potrei misurarmi con dei professionisti e continuare a imparare e migliorare: in questi ultimi anni sono stata l’insegnante di me stessa, adesso ho l’esigenza di confrontarmi di nuovo con dei Maestri.”
E’ molto bello potersi confrontare con insegnanti diversi, lavorare con loro su diversi livelli
Parlaci della tua esperienza con Theresia: “Fino all’anno scorso avevo preso parte ad alcuni progetti orchestrali dedicati a giovani musicisti, come “OAE Experience” ed “European Union Baroque Orchestra”, poi sono entrata in Theresia Youth Orchestra e da poco nell’Accademia Montis Regalis. Credo che ognuno di questi progetti sia molto interessante e dia l’opportunità di maturare esperienze importanti, dando la possibilità di lavorare con i migliori musicisti. Si può imparare davvero moltissimo. Tra i progetti che ho citato, credo che Theresia sia davvero speciale, perchè accanto ai programmi orchestrali offre anche le accademie cameristiche.”
Cosa danno in più le accademie da camera? “Per me sono molto importanti, perchè danno la possibilità di lavorare in gruppi da camera con strumenti orginali su repertorio del periodo classico, mentre nel mio percorso di studi mi sono trovata a suonare più musica barocca. E poi in queste accademie è possibile lavorare individualmente con i tutor, un grande vantaggio.”
A proposito di tutor e direttori, cosa hai imparato da quelli che hai incontrato in Theresia? “Ho lavorato con quattro tutor o direttori, e è dura dire con chi mi sono trovata meglio: ciascuno di loro ha la propria personalità e le proprie idee, e da tutti ho imparato moltissimo, per esempio come collaborare al meglio con i miei colleghi in orchestra e nei gruppi da camera, così come aspetti tecnici del mio strumento. E’ molto bello potersi confrontare con insegnanti diversi, lavorare con loro su diversi livelli: con Claudio Astronio si è approfondito soprattutto il livello del suonare in orchestra, con Chiara Banchini anche gli aspetti cameristici, e con Roel Dieltiens e Gaetano Nasillo, oltre alla concertazione in gruppi da camera, alcuni aspetti specifici del mio strumento: devo dire che sono stata particolarmente felice che tra i tutor ci siano stati due grandi violoncellisti come loro.”