Venezia, Isola di San Giorgio: il workshop di TYBO procede a ritmo serrato, tra prove in orchestra e gruppi da camera. Fuori splende un sole luminosissimo, ma brezza e giri in vaporetto sono cose da turisti! I nostri musicisti sono totalmente immersi nel lavoro, animati da un entusiasmo contagioso: come Clara Rada Gomez, ventisettenne violoncellista spagnola, “felice di essere qua: a parte la bellezza straordinaria di Venezia, e di quest’isola in particolare, questa è un’esperienza meravigliosa.” Clara ha studiato a Saragozza, Zurigo e Basilea, dove attualmente vive, dividendosi tra strumento moderno e barocco. A ventisette anni ci si può ancora permettere il lusso di non scegliere un’unica strada, infatti Clara sperimenta anche il jazz, ma sul barocco ha le idee chiare: “Voglio investirci molto, sto suonando con le corde di budello ed è una cosa che mi piace moltissimo, inoltre in questo stage sto imparando cose nuove sull’arco: il mio è adatto per la musica barocca e spero in futuro di poter suonare il repertorio classico con l’arco giusto.” La formula di questo workshop l’ha conquistata: “E’ bello che Theresia faccia delle audizioni diverse dalle solite, in cui si suona per pochi minuti: qua possiamo dimostrare come suoniamo, come lavoriamo, e grazie ai seminari imparare cose nuove: è un vero e proprio corso, in cui confrontarsi con maestri e colleghi!”
Clara ha saputo del workshop dal suo ragazzo, il violinista Vadym Makarenko, ucraino di 24 anni che a Basilea studia con Amandine Beyer, già allieva di Chiara Banchini: a Venezia c’è anche lui, e in una pausa delle prove in cui ha suonato il Quintetto di Boccherini ci racconta che è “straordinario vedere le somiglianze tra Amandine Beyer e Chiara Banchini: diverse nella voce, nel modo di parlare, ma così simili nelle intenzioni musicali. Entrambe lavorano così tanto sull’articolazione, sul colore del suono, sull’emozione: in una parola, sulla bellezza della musica.” E’ la prima volta che Vadim lavora con Chiara Banchini, così come non aveva incontrato prima d’ora Claudio Astronio e Alfredo Bernardini: “Eppure è strano, ci guardiamo negli occhi e sembra di conoscerli già da prima: è una sensazione particolare, di grande rilassatezza. Siamo qua per suonare, e suoniamo: mi potrei dimenicare che questo workshop è anche un’audizione.”
Mentre nella Sala degli Arazzi della Fondazione Giorgio Cini si suona il Quintetto di Boccherini, nella Sala delle Capriate Alfredo Bernardini lavora su un Divertimento di Haydn con i fiati: uno dei più giovani è l’italiano Samuel Casale, 22 anni: “Ho studiato flauto moderno al Conservatorio de L’Aquila e attualmente studio a Strasburgo, dove mi sono avvicinato, nell’ottobre 2014, al flauto barocco: ho anche studiato flauto rinascimentale, e nel gennaio di quest’anno, quando ho saputo dell’audizione di Theresia, ho provato con il flauto classico, con uno strumento che prendo in prestito dal Conservatorio.” Dello strumento classico, a Samuel piace il fatto che “ci sono molte differenze nella disposizione delle chiavi rispetto a quello moderno, e questo mi costringe a lavorare tanto con il cervello, è una condizione che mi stimola molto. Naturalmente anche il suono è molto diverso: più compatto, più diretto rispetto al moderno.” Della formula del workshop Samuel è contento, “anche se io sono abituato a fare quelle tradizionali, come molti altri miei colleghi e non soffro particolarmente lo stress da audizioni. Le giornate sono intense ma troviamo anche il tempo di rilassarci: ieri sera siamo usciti tutti insieme a mangiare una pizza alla Giudecca e poi ci siamo seduti sulla riva del canale a chiacchierare e a confrontarci sulle nostre esperienze.”