Viene da Linares, nell’assolata Andalusia: sotto la pioggia e le nubi di una Rovereto novembrina per le pazzie dell’estate 2014 sembra portare un po’ del caldo della sua Spagna. Ventisette anni, Juan Josè Molero Ramos è clarinetto solista nel Kraus Tour di Theresia Youth Baroque Orchestra. Suona il clarinetto barocco dal 2007, e, ci racconta “mi ricordo il giorno preciso in cui decisi di studiarlo: avevo sentito delle registrazioni di musica barocca e volli provare a suonare lo strumento antico. Ne trovai uno da un amico studente che me lo prestò. I primi corsi li ho fatti a Granada, dove fino a un paio di anni fa c’era una scuola estiva di musica antica che funzionava molto bene. La crisi però ha spazzato via tutto…”
Come la maggior parte dei tuoi colleghi, tu hai iniziato gli studi con lo strumento moderno, ti sei diplomato e poi hai iniziato lo studio dello strumento antico: com’è stato il passaggio?
“Non facile! Non è mai semplice passare dallo strumento moderno a quello antico, ma con il clarinetto ci sono delle difficoltà particolari: non è solo il tipo di materiale con cui è costruito, la dimensione, il suono… è proprio fatto in maniera diversa, tanto che anche le diteggiature da usare per produrre le stesse note sono diverse. In un certo senso si parte quasi da zero.”
Continui a suonare anche il clarinetto moderno?
“No, solo quello barocco, a cui ho affiancato lo studio dello chalumeau. Come dicevo le differenze con lo strumento moderno sono troppo grandi e quello che mi fa amare il clarinetto barocco è il suo suono e il modo in cui deve porsi l’esecutore con lo strumento: ci vuole morbidezza, attenzione all’intonazione, un controllo dell’emissione del fiato che non deve essere mai troppo veloce. Quando un “moderno” prova a suonare un clarinetto antico, di solito la prima volta non riesce nemmeno a produrre il suono, perché ha la tendenza a soffiare troppo forte, e lo strumento barocco semplicemente non risponde.”
Come sei arrivato in Theresia e com’è questa prima esperienza con l’orchestra?
“Ho saputo delle audizioni in gennaio, e mi sono precipitato a farle: il clarinetto non è molto richiesto dalle orchestre con strumenti antichi che solitamente suonano repertorio del Seicento e del primo Settecento. E’ uno strumento presente nel repertorio classico, proprio quello che suona Theresia. Mi sono presentato con il Concerto di Stamitz, richiesto nel bando delle audizioni: ero lì con la speranza di entrare in orchestra e mi è stato detto che mi avrebbero ingaggiato come solista! E’ stata una sorpresa e una soddisfazione grandissima. Il lavoro con l’orchestra mi piace, con gli altri musicisti e lo staff c’è una bellissima atmosfera.”
Parliamo del Concerto di Stamitz che eseguirai sabato sera come solista:
“Intanto devo dire che è il mio debutto come solista, e sono molto felice di questa occasione. Il concerto è molto bello ed è sostanzialmente il primo concerto veramente classico, molto avanzato per il periodo in cui fu composto. Il fatto è che nell’orchestra di Mannheim, per cui Stamitz scrisse il concerto, si usavano già i clarinetti a cinque chiavi, mentre in Francia o in Italia, ad esempio, erano ancora a tre, ben lontani dal suono cui siamo abituati oggi: in particolare il registro usato era quasi esclusivamente quello acuto perché il suono del registro grave era troppo debole. Stamitz invece grazie al clarinetto a cinque chiavi può spaziare su un registro molto più ampio: la scrittura per il solista è molto virtuosistica, ma trovo anche particolarmente interessante e degno di nota il dialogo tra solista e orchestra, che non potrebbero avere senso separatamente.”
Dove ti vedi tra dieci anni? Solista, in orchestra, insegnante?
“Chi lo può sapere? Se riuscirò a suonare in orchestra sarò sicuramente felice, è una cosa che mi piace molto. Anche l’insegnamento mi attira, e in particolare l’idea che potrei – se passa questa crisi – insegnare clarinetto barocco in Spagna: ad oggi nel mio paese c’è un unico corso di clarinetto barocco, a Barcellona, tenuto dall’italiano Lorenza Coppola, ma è una scuola privata, sarebbe bello se anche i Conservatori pubblici offrissero questo insegnamento. E riguardo all’attività solistica, beh… vediamo intanto come va con Theresia!”