Valentina Russo ha ventotto anni, viene da Udine e siede tra i primi violini di Theresia Youth Baroque Orchestra dallo scorso anno: scelta nelle audizioni del gennaio 2013, è ora una presenza stabile della compagine degli archi. Noi l’abbiamo intervistata in una pausa delle prove qui allo stage di Baselga di Pinè. Stanca ma soddisfatta (le sei e più ore di lavoro sono state anche oggi particolarmente intense) ci racconta di sé che ama il violino barocco, che ha incontrato un po’ per caso: “Avevo vinto una borsa di studio per un corso di Ryo Terakado in Slovenia e non sapevo bene a cosa andavo incontro: non avevo nemmeno mai suonato un violino montato barocco e l’esperienza è stata illuminante. Quello che mi ha conquistato in particolare è la timbrica, la pronuncia particolare del fraseggio, una serie di finezze.”
Ora ti dedichi solo al violino barocco? “Vorrei, ma per lavoro suono anche il violino moderno, in particolare quando vengo chiamata in orchestra: all’inizio il passaggio da uno strumento all’altro era drammatico, perché l’emissione del suono è completamente diversa. Poi con il tempo ho acquisito la capacità di calibrarmi più velocemente.”
Cosa ci racconti dell’esperienza con Theresia? Nel lavoro di concertazione con il direttore Claudio Astronio cosa ti sembra più interessante? “Lui lavora molto sul carattere, sull’intensità dell’esecuzione, ma anche sui colori, che devono essere molto dettagliati. L’atmosfera in orchestra è molto buona, molto collaborativa, e con Astronio c’è un ottimo feedback: mi sembra che siamo tutti soddisfatti del lavoro di questi giorni.”
Parliamo proprio di questo stage, che si svolge quattro mesi prima dei concerti estivi: è una formula un po’ inconsueta… “Sì, ed è bellissimo. Stiamo lavorando senza l’ansia di un concerto imminente, con la consapevolezza che potremo sedimentare e maturare con calma quanto fatto in questi giorni. In più questo tipo di immersioni totali nella musica danno un’energia che resta alta anche quando lo stage finisce. Di solito c’è pochissimo tempo, magari si prova un paio di giorni per fare anche un solo concerto: in questo caso, invece, proviamo per quattro giorni e ci ritroveremo ad agosto per fare non uno ma quattro concerti. In questo senso Theresia è una vera e propria orchestra giovanile e di formazione.”
Nel programma del 2014 si dedica molto spazio a Kraus, un compositore ancora poco eseguito: per te com’è stato l’approccio con questo autore? E’ difficile “entrare” nella sua musica? “Per me era sconosciuto fino all’estate scorsa, quando l’ho scoperto proprio con Theresia: da un certo punto di vista, il linguaggio è quello classico, quindi se conosci Mozart sai come muoverti. Ma poi ci sono delle peculiarità, ovviamente, su cui è necessario lavorare molto, in particolare sulla ricerca dei colori: è musica nuova per tutti noi!”