Tra i nuovi elementi di Theresia Youth Baroque Orchestra c’è anche una violinista ventiseienni, Annarita Lorusso: l’abbiamo incontrata in questi giorni per farci raccontare dei suoi studi e della sua esperienza con Theresia.
Annarita Lorusso viene da Bari, e per lei il violino barocco è un amore recente: “Dopo il diploma nel 2011 come tutti mi sono fatta la fatidica domanda: cosa fare adesso? Di solito le strade sono due: provare audizioni per orchestre sinfoniche, cosa che ho fatto, e ad esempio sono stata selezionata per la Giovanile dell’Opera di Roma; e seguire un biennio di perfezionamento: a Bari avevo l’opportunità di seguire il biennio solistico, che però mi sembrava una sorta di doppio diploma, quello cameristico che mi interessava poco e quello in violino storico che invece mi ha molto incuriosita. Quando ero molto più giovane avevo una sorta di pregiudizio nei confronti di violinisti che suonavano senza spalliera e mentoniera e con le corde in budello… ora sono una di loro!”
Cosa ti ha conquistato di questo percorso di studi? “Intanto il repertorio, due secoli di musica bellissima, che si impara a suonare anche studiando i trattati e l’evoluzione dello strumento; accanto alla pratica strumentale c’è un approfondimento storico, ad esempio nello studio della filologia, che io ho potuto fare con Dinko Fabris: mi è piaciuto talmente tanto che ho deciso che la mia tesi sarà sull’edizione critica di musiche inedite.”
Parlaci dell’esperienza con Theresia: “Le audizioni me le ha segnalate un’amica violinista che non suona barocco, e che ha pensato che fosse l’orchestra giusta per me. E’ un’esperienza nuova, che sto ancora “sondando”: ad esempio mi piace molto il fatto che sia lavori molto per sezioni e che ci sia anche una rotazione dei posti: chi è nel secondo leggio viene fatto spostare avanti, e viceversa, questo fa sì che tutti siano responsabilizzati. Suonare in un ensemble di questo tipo comporta un tipo di impegno più solistico rispetto ad un’orchestra in cui c’è magari una fila di nove violini” Quali sono le cose che ti hanno colpito di più del lavoro di concertazione? “Mi è piaciuto in particolare come abbiamo lavorato sul colpo d’arco, che in orchestra va curato in un certo modo: in questo senso la spalla di Theresia, Esther Crazzolara, ci ha dato una serie ricchissima di indicazioni estremamente dettagliate, e tutti torneremo a casa dopo questo stage con le idee molto chiare su come e cosa studiare.”