“Theresia” è anche un po’ una sua creatura: Claudio Astronio è infatti il direttore musicale della Theresia Youth Baroque Orchestra fin dal suo debutto e noi lo abbiamo incontrato per farci raccontare i dettagli dei concerti estivi e il suo rapporto con questa realtà.
Claudio Astronio, il titolo del concerto che Theresia terrà a Rovereto e Bolzano è “in viaggio”. Ci racconta il perché di questa scelta?
“Il titolo riguarda prima di tutto il repertorio, dato che il programma è un percorso musicale tra i luoghi in cui il Classicismo nasce (Vienna), il Nord della Germania e la Svezia. E tutto il programma è immagine del progetto che sarà il futuro di Theresia da qui in avanti, ovvero il repertorio sinfonico classico. Inoltre quello del concerto di Bolzano è davvero l’inizio di un viaggio per Theresia: è il primo vero progetto studiato appositamente per l’orchestra, mentre il debutto del 2012 era legato al Premio Ferrari, quindi alla logica di un concorso. Non dimentichiamo che Theresia ‘viaggia’ da Sud a Nord, dall’Italia ai paesi di lingua tedesca, e tra i suoi musicisti figurano anche polacchi, una giapponese, in un’ottica transnazionale.”
Nel programma Mozart e Haydn sono accostati ai nomi meno noti di Wihlelm Friedmann Bach e Joseph Martin Kraus: come è stato scelto questo abbinamento?
“C’è un’idea di contrasto, Kraus e Wihlelm Friedrich Bach aprono e chiudono il concerto, incorniciando Mozart e Haydn. Al centro del concerto, quindi, i due classici, di cui la pagina più famosa è sicuramente il concerto per violoncello di Haydn. Il concerto di Mozart K 211 è invece tra i meno eseguiti, è una partitura piccola e deliziosa. Kraus e Bach presentano uno stile distante dal classicismo viennese, e in particolare in Kraus c’è molto Sturm und Drang, un linguaggio sintetico, a macchie, di grande contrasto.”
Le due soliste provengono direttamente dalle fila dell’orchestra: ce le presenta?
“Anche questa è una scelta un po’ controcorrente: spesso le orchestre giovanili chiamano grandi solisti, noi invece mettiamo in primo piano i nostri migliori elementi. Questo è anche un messaggio a tutti i musicisti dell’orchestra sul fatto che Theresia ha intenzione e interesse a valorizzarli al meglio. Nello specifico, la violinista Esther Crazzolara, che sarà solista nel Concerto di Mozart, è la spalla di Theresia fin dal suo debutto, ed è stata dunque una scelta naturale. Magdalena Dür l’abbiamo invece conosciuta nelle audizioni primaverili: ci è piaciuta e la decisione di proporle il Concerto di Haydn è stata immediata.”
Parliamo nello specifico di Theresia e del progetto che sta a monte, ovvero quello di un’orchestra sostenuta da capitali privati in un’ottica di organizzazione della cultura non necessariamente finanziata dal pubblico. Quando Mario Martinoli, ideatore e direttore artistico di Theresia, le ha parlato di questo progetto, lei cos’ha pensato?
“Ho pensato che è geniale. Che tutti in qualche misura dovrebbero pensare a fare questo, pensare di procurarsi la cultura che si vuole senza aspettare che cali dall’alto. Da noi in Italia questo è un caso isolato, ma all’estero capita frequentemente che ci siano gruppi strumentali o orchestre sostenuti da privati, fan con disponibilità, una sorta di “squadra di supporto”. Poi naturalmente se c’è anche il sostegno del pubblico questo non guasta!”
Al di là degli impegni immediati, qual è il progetto artistico di “Theresia”?
“Sia io che Mario Martinoli abbiamo in mente un’orchestra giovanile impegnata nel repertorio classico con strumenti originali: di qui il termine “orchestra barocca”, dove barocco non indica tanto una specializzazione stilistica quanto l’adesione alla prassi esecutiva e l’uso di strumenti originali. In Italia non esiste un’orchestra di questo tipo, e ce ne sono poche all’estero.”
Come mai questa lacuna?
“Il problema riguarda soprattutto i fiati: suonare il corno o il clarinetto del ‘700 significa suonare uno strumento completamente diverso da quello moderno; passare dal violino moderno a quello barocco è in questo senso più semplice, anche se bisogna dire che non basta montare un violino barocco per avere il musicista capace di suonare secondo una prassi storicamente informata.”
Lei è un purista della musica antica?
“Purista io? No, purista non è il termine adatto a me. Sono un eclettico, sono l’organo con Maria Pia De Vito, pochi giorni fa ho fatto un flash mob a Baveno con il clavicembalo elettrico! Per cui no, non sono un purista. Ma ritengo che dichiarare di suonare su strumenti originali e poi suonare “moderno” sia semplicemente mentire, per me è un fatto di onestà e non di purismo.”
Com’è dirigere un’orchestra giovanile? Cambia qualcosa nel lavoro del direttore?
“Insegno da una vita e sono costantemente a contatto con i giovani, per cui per me lavorare con loro è un’abitudine (nel senso buono del termine) e un piacere. Poi, a costo di apparire tranchant, l’orchestra secondo me è una cosa da giovani: i giovani hanno quella freschezza, quella disponibilità allo studio, curiosità veloce e reattiva che rendono il lavoro dell’orchestra migliore; inoltre fanno più gruppo e riescono a realizzare una comunità di intenti fondamentale per far andare avanti un progetto così.”