Studiare per diventare degli ottimi musicisti? Non è solo questione di pratica sullo strumento ma anche di ricerca musicologica, e il nostro direttore Alfredo Bernarini lo dice chiaramente: “Ovviamente bisogna essere preparati tecnicamente e strumentalmente. Ma non basta. Bisogna conoscere il repertorio, la biografia dei compositori, il contesto in cui operarono: lo studio della storia della musica è la bandiera di tutta la musica antica, anche perché solo conoscendo i compositori cosidetti ‘minori’ si comprende pienamente come eseguire i ‘grandi’.”
E’ pienamente su questa linea il direttore artistico di Theresia Youth Baroque Orchestra, Mario Martinoli: e il workshop di quattro giorni, che quest’anno trasforma le tradizionali audizioni in un momento di alta formazione, comprende infatti, accanto alle prove in orchestra e gruppi da camera con i tre direttori principali dell’orchestra, anche tre seminari musicologici affidati a ricercatori che operano in alcune delle maggiori istituzioni universitarie d’Europa.
La formula non è del tutto nuova a Theresia, che nell’ambito del Kraus Tour dell’agosto 2014 aveva ospitato per un approfondimento musicologico Bertil van Boer, autore del catalogo generale di Joseph Martin Kraus e massimo conoscitore del compositore svedese; e il recente tour con Chiara Banchini ha compreso anche seminari con esperti nella costruzione di strumenti e archi secondo la pratica settecentesca.
In occasione del workshop a Venezia, Theresia ha potuto avvalersi della preziosa collaborazione dell’Istituto per la Musica (parte della Fondazione Giorgio Cini) e del suo direttore Gianmario Borio, che ha individuato i tre relatori che interverranno con altrettanti seminari sulla musica del secondo Settecento, ovvero il repertorio caro a TYBO.
La prima giornata vedrà l’intervento di Christine Siegert, docente alla Beethoven Haus di Bonn, con un seminario dal titolo estremamente accattivante, “Beethoven’s symphonies as chamber music”, tema (le Sinfonie di Beethoven come musica da camera) in cui subito ricerca e performance si incontrano.
Nella seconda giornata Marco Mangani (Professore all’Università di Ferrara) entrerà nel dettaglio della scrittura sinfonica settecentesca con “The symphonic cycle of movements in German and Austrian music, and the question of menuet”: Magnani esplorerà le origini dello schema a quattro movimenti della sinfonia haydniana, la sua cristallizazione come struttura dello stile classico viennese e le ragioni dell’inserimento del minuetto entro il precedente schema italiano di tre movimenti.
Infine, Gabriele Rossi Rognoni (Professore al Royal College of Music di Londra) terrà una lezione dal titolo “From Pre-Classical to Classical orchestra in German countries: an organological perspective”, un tema complesso ed estremamente interessante per definire di cosa si parla quando si parla di orchestra ‘classica’: “La definizione di orchestra ‘classica'” spiega Rossi Rognoni, “si riferisce in genere a un periodo compreso tra il 1740 e il 1815 circa, quando si ritiene che questo ensemble strumentale abbia raggiunto un alto livello di standardizzazione per quanto riguarda l’organico, il tipo di strumenti e la pratica esecutiva. In ogni caso, studi più recenti dimostrano che anche entro questo periodo le orchestre erano molto diverse a seconda non solo dei paesi, ma anche delle città e perfino delle istituzioni, riflettendo contesti economici e sociali, disponibilità degli strumenti o dei musicisiti, così che ogni tentativo di definire una tipica orchestra ‘haydiniana’ o ‘mozartiana’ è altamente discutibile.”