Il concerto dei Fiati di Theresia in programma domenica 16 settembre a Lodi inaugura una nuova collaborazione, quella con l’Associazione “Lira di Orfeo”, che ha sede proprio in città. Abbiamo chiesto al suo direttore artistico, il controtenore Raffaele Pe, di presentarci la sua attività.
Da quando esiste l’associazione “La Lira d’Orfeo”?
“La Lira di Orfeo è prima di tutto l’ensemble barocco con cui mi esibisco in recital e con cui propongo le mie ricerche musicali. Il gruppo è nato nel 2014 in concomitanza dell’uscita del mio omonimo primo disco solista, presentato con questo titolo solo in Inghilterra (The Medici Castrato per Europa e US). Un primo gruppo di musicisti incontrati nel mio percorso artistico si sono avvicinati alla mia ricerca con entusiasmo e si sono poi coesi definitivamente nel 2015 con la formazione della residenza artistica permanente presso la Sala della Musica della Fondazione Maria Cosway di Lodi. Intorno alle sessioni di prova, alle registrazioni e alle occasionali performance si è poi creato un pubblico di sostenitori che ci seguono in tutte le nostre avventure musicali. Abbiamo così dato vita a un’associazione a sostegno dell’ensemble e dei progetti musicali che ci piace ospitare durante la stagione.”
Che tipo di programmazione fate?
“La nostra è una stagione musicale un po’ sui generis in quanto gli eventi musicali (in numero da 5 a 7 tra settembre e giugno) sono fortemente legati ai temi che l’ensemble affronta ogni anno nei suoi programmi e nelle sue attività. I musicisti ospitati sono chiamati a dialogare con noi intorno a queste ricerche esibendo nelle performance o nei seminari i loro studi. Ad esempio negli anni scorsi abbiamo avuto un focus sul Seicento e l’opera veneziana con La Venexiana e la viola d’amore di Valerio Losito, poi il progetto sul barocco sacro chiamato Sacrae Historiae con la commissione a Alessandro Ciccolini di un nuovo Stabat Mater e la presenza del Coro d’Arcadia e di Maria Cristina Kiehr tra gli interpreti, e poi il grande lavoro di catalogazione e riscoperta dell’archivio musicale di Maria Cosway custodito nella Fondazione che ci ospita a cui seguirà presto una serie di incisioni discografiche dedicate.
Quest’anno particolare cura sarà data a progetti musicali formativi di alta specializzazione, proprio come quello di Theresia Youth Orchestra o della rete Europea Eeemerging che saranno ospiti nella Sala della Musica nei prossimi mesi.”
Come avete scelto questo nome?
“La mia passione per il mito di Orfeo ha probabilmente qualcosa di atavico e, tra l’altro, l’Orfeo di Monteverdi è stato tra i miei primissimi incontri con il mondo dell’opera. Mi piaceva pensare che il gruppo di musicisti e di persone che hanno accompagnato e che accompagneranno il mio percorso fossero come la lira del cantore di Tracia, una compagnia fedele, complice, sempre espressiva, in una simbiosi ideale tra canto, strumento e vita.”
Che rapporto avete con la città di Lodi? Quanta parte della vostra attività si svolge a Lodi?
“Dobbiamo molto alla città di Lodi e al suo calorosissimo pubblico, ma soprattutto alla Fondazione Maria Cosway che ha creduto nella nostra missione artistica e ci ha proposta dal 2015 di curare la vita musicale della Sala della Musica all’insegna della qualità e della ricerca. Tutti i nostri programmi e registrazioni vengono realizzati a Lodi prima di partire per il mondo. Ogni occasione di ritrovo si traduce poi in un invito aperto alla città che sempre risponde con entusiasmo. Potremmo dire che la metà del lavoro dell’ensemble accade proprio qui.”
Lei ha una carriera internazionale come controtenore, come coniuga il suo impegno concertistico con quello di direttore artistico?
“Non è facile. Però i numerosi viaggi che mi trovo a affrontare mi permettono di conoscere sempre nuove realtà attive nella produzione musicale, ma soprattutto nuovi artisti. Gli incontri sul palcoscenico a volte possono essere fatali (!) e trasformarsi in forti amicizie fondate sulla voglia di condividere ancora il piacere di fare musica assieme. In questa rete globale di eventi musicali e performance spesso quello che manca agli artisti è proprio la possibilità di frequentarsi al di là delle stagioni concertistiche e delle programmazioni teatrali. Lodi è un luogo incantevole e discreto per far accadere questi incontri e magari ritrovarsi a registrare o esibirsi insieme nel suo bellissimo centro storico.”
Come vede la presenza a Lodi di un progetto musicale (ma non solo) come quello di Theresia Youth Orchestra?
“Credo sia una grande fortuna per la città ospitare una realtà così virtuosa e sono lieto che TYO abbia accettato il nostro invito. L’alta formazione delle nuove generazioni è un bene primario per la nostra crescita culturale. Inoltre l’arrivo a Lodi di un numero così cospicuo di giovani musicisti da tutto il mondo non potrà che consolidare e sviluppare verso nuovi orizzonti il già felice rapporto tra i lodigiani e la musica. TYO è un nuovo elemento di orgoglio per immaginare nel futuro la città come un riferimento nella geografia della produzione culturale del nostro Paese.”