Che Theresia abbia suonato in luoghi meravigliosi, particolari e ricchi di storia è un fatto: dal Palazzo del Quirinale al Teatro di Camogli, dove l’orchestra ha fatto la prima residenza del 2017, i nostri musicisti si sono esibiti in sale, chiese, teatri e palazzi tutti con una storia da raccontare. Questa volta, però, è ancora più speciale: Theresia sarà a Mantova per Trame Sonore, un Festival unico nel suo genere che in cinque giorni concentra ben 180 concerti, sparsi nei luoghi più belli della città. L’intero centro di Mantova è un gioiello, un tesoro di meraviglie architettonici che si specchiano nei tre laghi formati dal fiume Mincio.
In questo e nei prossimi post vi racconteremo le speciali storie dei luoghi in cui suoneremo a Mantova: iniziamo da Palazzo Ducale, un luogo simbolo della città e precisamente dalla Sala di Manto – dove l’orchestra si esibirà due volte, venerdì 2 giugno alle 20.30 e domenica 4 giugno alle 11.30 – anche perchè nel nome della sala c’è tutta la leggenda che avvolge l’origine della città.
La Sala di Manto è all’interno dell’Appartamento Grande di Castello, sulla Corte Nuova, e gli affreschi della sala raccontano la storia della fondazione della città preceduta dall’arrivo in Italia di Manto, leggendaria figlia dell’indovino Tiresia. Negli affreschi attribuiti a Francesco Primaticcio viene quindi raffigurata la nascita della città dovuta al figlio Ocno e altre opere urbanistiche intraprese dai Gonzaga.
Figura mitologica, Manto è figlia dell’indovino tebano Tiresia dal quale aveva ereditato le capacità magiche e divinatorie, ed è ricordata da Virgilio (Eneide X, 198-200) e da Ovidio (Metamorfosi VI, 157 e seguenti). Le vicende narrate nel mito offrono diverse versione delle vicende di questo personaggio: fonti greche narrano che Manto, fuggita da Tebe, si fermò nell’attuale Turchia; altre invece descrivono il suo arrivo, dopo lungo errare, nel territorio, allora completamente palustre, che oggi ospita la città di Mantova.
In questo luogo creò un lago con le sue lacrime; secondo la leggenda queste acque avevano la magica proprietà di conferire capacità profetiche a chi le beveva. Manto avrebbe incontrato e sposato la divinità fluviale Tybris (il Tevere) re dei Toscani, e il loro figlio Ocno (detto anche Bianore) avrebbe fondato una città sulle sponde del fiume Mincio chiamandola, in onore della madre, Mantua. Questa versione mitica della fondazione della città di Mantova è riportata nell’Eneide di Virgilio. Secondo un’altra teoria, Mantova trae l’origine del suo nome da Manth, dio etrusco, signore dei morti del pantheon tirreno.
Il mito della fondazione di Mantova trova spazio anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri nel XX Canto dell’Inferno, nel quale Dante stesso e la sua guida mantovana Virgilio incontrano gli indovini. Proprio indicando una di queste anime, Virgilio descrive i dintorni della città, il Lago di Garda ed il corso del Mincio che si tuffa nel Po a Governolo per affermare, riferendosi alla leggenda dell’indovina Manto:
« Fer la città sovra quell’ossa morte;
e per colei che ‘l loco prima elesse,
Mantüa l’appellar sanz’altra sorte »
(Dante Alighieri, Divina Commedia-XX Canto dell’Inferno.)
L’immenso palazzo Ducale, la cui costruzione avvenne in epoche successive e a un primo sguardo può apparire labirintico, svela alcuni dei tesori artistici di importanza e bellezza assoluta che testimoniano i fasti rinascimentali della città, dalla famosissima “Camera degli sposi” alla Galleria dei Fiumi, con opere di Tiziano, Mantegna, Pisanello. Non è questa la sede per addentrarci in una descrizione degli immensi tesori del Palazzo, ma vi lasciamo con una curiosità: in una delle sale si trova anche un ritratto dell’imperatrice Maria Teresia d’Austria, da bravi theresiani vi invitiamo a cercarlo!