Vi ricordate la vicenda dell’algoritmo della cultura in base al quale lo scorso anno per la prima volta il Ministero della Cultura Italiana assegnò – in modo spesso sorprendente – i finanziamenti per il 2015? All’epoca molte associazioni culturali e istituzioni concertistiche che si erano viste tagliare inaspettatamente i fondi promisero ricorsi, che sono puntualmente arrivati.
In particolare, pochi giorni fa il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal milanese Teatro Elfo-Puccini e dal Teatro Due di Parma e ha dunque bocciato il decreto ministeriale che dal gennaio 2015 regola la distribuzione dei finanziamenti statali (il Fus, 407milioni di euro), ovvero i contributi essenziali per teatro, musica, danza e circo italiani (escluse le fondazioni liriche e il cinema che hanno altri regolamenti), cancellando con un colpo di spugna l’ormai celebre e discusso algoritmo della cultura, che attraverso complicati calcoli sulla attività (quantitativa e qualitativa) assegnava il contributo alle singole realtà.
Il giudizio è sia sulla forma che sulla sostanza, perchè il tribunale amministrativo laziale ha considerato che il dm abbia prerogative amministrative e non di regolamento, non poteva cioè stabilire nuovi criteri di assegnazione del Fus; una forte critica va però anche dall’uso degli algoritmi: come recita un passaggio della sentenza, il collegio dei giudici “ritiene che questo sistema finisca con il rappresentare, di fatto, un’abdicazione al difficile ma ineludibile compito di una valutazione (percentualmente ma anche sostanzialmente) adeguata del fattore qualitativo, che solo può giustificare l’intervento finanziario statale in subiecta materia.”
Il Ministro Franceschini ha annunciato che impugnerà la sentenza, ma intanto la conseguenza immediata è il blocco di tutti i finanziamenti assegnati nel 2015: e dato che le commissioni non hanno ancora assegnato quelli per il 2016 sembra che per teatri e associazioni possa verosimilmente profilarsi un futuro di caos ancor più che di incertezza.