In Italia il caso più recente è quello dell’Orchestra Mozart, che si affida al crowdfunding per risollevarsi dall’oblio in cui era caduta due anni fa dopo la morte del suo fondatore Claudio Abbado. Ora la Mozart vuole “risuonare” e lo fa con una campagna di crowdfunding in cui chiede ai propri sostenitori un investimento per un futuro ancora tutto da disegnare: in programma, per ora, un unico concerto barocco che, il 13 marzo, dovrebbe convogliare risorse e rilanciare l’attività dell’orchestra. Insomma, il messaggio è: “Aiutateci a ripartire”, perchè evidentemente i fondi messi a disposizione da sponsor pubblici e privati non sono sufficienti.
Di casi di istituzioni costrette a fermarsi o sull’orlo della bancarotta a causa del taglio dei fondi pubblici e salvate dal crowdfunding ce ne sono parecchi: vi avevamo raccontato della Danish National Chamber Orchestra, ripartita grazie al crowdfunding; e un paio di anni fa anche l’Opera di San Diego è riuscita a rimettersi in piedi con una raccolta di 1 milione di dollari.
Altrove le imprese sono meno da “o il crowdfunding o la morte”: nella ricca Svizzera c’è chi guarda ai privati per dotare l’orchestra di nuovi strumenti: è il caso dell’Orchestra della Svizzera Romanza che ha lanciato una campagna di raccolta fondi che è più un fundraising che un crowdfunding; ma la sostanza non cambia, come racconta la giornalista Sylvie Bonier su Le Temps. “Nel momento in cui le sovvenzioni pubbliche calano sempre di più, la raccolta fondi è diventata più essenziale che mai. Perché puntare sull’acquisto di nuovi strumenti? “Perché la qualità e l’identità di un’orchestra passano anche attraverso i suoi strumenti, e i musicisti non possono prenderli in prestito per tutta la vita. Da parte nostra, non abbiamo i fondi a disposizione per comprare gli strumenti, anche se sono indispensabili“, dice il presidente della Fondazione Florence Notter, iniziatore del progetto.”
C’è poi chi, nell’autentico spirito del crowdfunder, lancia progetti più piccoli e definiti: Abaco, un’orchestra giovanile con sede a Monaco di Baviera ha raccolto più di 13.000 Euro per affittare l’auditorium della Filarmonica di Monaco ed eseguirci la Seconda di Mahler; e l’Opera di Vancouver ha raccolto 10.000 dollari canadesi grazie ai quali ha portato l’opera contemporanea Stickboy in giro per le scuole. E c’è poi chi con il crowdfunding realizza progetti ancora più particolari: mai sentito parlare di un pub votato alla musica classica? Adesso esiste, merito del crowdfunding.