Carl Philip Emanuel Bach e Luigi Boccherini: sono questi gli autori a cui si dedicherà Theresia nel suo stage estivo e nei concerti in programma a Bolzano e Dobbiaco. Nella scelta del repertorio il direttore artistico Mario Martinoli ci riserva sempre grande raffinatezza e scelte non scontate, come ad esempio l’importante lavoro che l’orchestra sta facendo in questi anni su Martin Kraus, il contemporaneo un po’ misconosciuto di Mozart. Per quanto riguarda il programma dell’estate, in cui l’orchestra lavorerà sotto la guida di Chiara Banchini, Martinoli spiega che “Carl Philipp Emanuel Bach e Luigi Boccherini sono due autori spesso considerati minori sia dalla storiografia musicale sia dagli interpreti; eppure sono due tra i più importanti compositori di fine Settecento, e nonostante un relativo isolamento hanno avuto molta influenza, in ambiti differenti, sui compositori della generazione successiva.”
Cosa ci riserva il programma?
“La breve sinfonia in sol maggiore Wq180 che apre il concerto fu scritta da Bach a Zittau nel 1758. Opera tripartita, costituisce un esempio assai ben riuscito del sinfonismo di Bach, dove si fondono con maestria elementi strutturali – i tre movimenti tra loro collegati e da eseguire senza interruzione – ed esigenze narrative, evidenziate dalla natura marcatamente empfindsam del discorso musicale.”
Di C. P. E. Bach ascolteremo il Concerto in mi bemolle maggiore Wq47 per clavicembalo, fortepiano e orchestra, una vera rarità: qual è l’interesse principale di questa composizione? “E’ l’ultima composizione strumentale scritta da Carl Philipp Emanuel Bach a 74 anni, nell’anno della sua morte, avvenuta nel 1788. Questo concerto è senza dubbio il più celebre esempio di opera scritta per cembalo e fortepiano, due strumenti che, nella ricezione moderna, appaiono tra loro concorrenti e cronologicamente separati, ma che in realtà hanno convissuto nelle sale da concerto fino agli inizi dell’Ottocento: lo stesso Mozart eseguiva i suoi concerti al cembalo ancora a metà degli anni ’80 e, negli stessi anni, era prassi consueta eseguire un’opera sull’uno o sull’altro strumento, indifferentemente. Il tipo di scrittura adottato da Bach per questo concerto ne è la dimostrazione: il linguaggio musicale scelto per i due strumenti è il medesimo, il fortepiano ed il clavicembalo dialogano utilizzando le stesse forme e le stesse strutture, senza discostarsi da un fil rouge che privilegia il discorso musicale, lasciando volutamente irrisolto il dualismo tra cembalo e fortepiano e mantenendolo in secondo piano.”
E per quanto riguarda i brani di Boccherini?
“Il tardo sinfonismo di Boccherini è ben rappresentato dalla breve Ouverture in re maggiore (1790), una delle sue opere orchestrali più famose, e dalla meravigliosa Sinfonia numero 27 in re maggiore G520, scritta per il Re di Prussia Federico Guglielmo II nel 1789. Un’opera, quest’ultima, di grande interesse e dai contenuti strutturali e narrativi moderni e sperimentali, soprattutto nel Presto finale, che curiosamente ritroveremo dieci anni dopo nelle prime opere sinfoniche di Beethoven. Una composizione assai vicina ad una concezione sinfonica già avanzata e certamente paragonabile al coevo sinfonismo viennese di Mozart e Haydn.”