Giorni intensi per Theresia, che si prepara ai quattro concerti del Kraus Tour. Tra una prova e l’altra, abbiamo incontrato il Maestro Claudio Astronio, per chiedergli di parlarci del repertorio che affronta l’orchestra in questa tournée.
“Innazitutto va detto che quest’anno siamo in residenza al Festival Mozart di Rovereto, abbiamo dunque cercato di aderire il più possibile al tema del Festival che in quest’edizione è dedicato al viaggio: è nato così il programma del primo concerto, quello di sabato 16: in Stamitz, Kraus e Mozart abbiamo trovato la suggestione di un viaggio ideale nell’Europa del Settecento, attraverso le città di Mannheim, Roma e Salisburgo cui sono rispettivamente legati il Concerto per clarinetto, la Sinfonia di Kraus e il Divertimento di Mozart. Saremo poi a Bolzano il 21, con un concerto interamente dedicato a Joseph Martin Kraus, compositore che quest’anno abbiamo studiato in modo approfondito. Il programma del secondo concerto a Rovereto, il 22 aderisce nuovamente al tema del viaggio nel suo guardare verso Nord, verso la Svezia dove operò Kraus, cui abbiamo affiancato la Haffner di Mozart in omaggio al Festival. Un programma simile lo porteremo poi a Baselga di Pinè per il concerto conclusivo di questo Kraus Tour.”
In Stamitz si esibirà come solista lo spagnolo Juan Josè Molero Ramos: come nasce questa collaborazione?
“Ramos è clarinettista di Theresia: l’abbiamo selezionato nelle audizioni svolte nel gennaio di quest’anno e ci è piaciuto a tal punto da decidere di valorizzarlo ulteriormente dandogli un ruolo solistico, così come l’anno scorso avevamo in programma un Concerto di Mozart con solista la spalla di Theresia, Esther Crazzolara e il concerto di Haydn affidato al nostro primo violoncello, Magdalena Rosa Dur. La politica dell’orchestra è infatti quella di valorizzare i propri musicisti, invece che invitare solisti prezzolati. Questo fa crescere moltissimo tutta l’orchestra, è elemento di motivazione e orgoglio per tutti i musicisti di Theresia.”
Cosa del vasto repertorio che state affrontando rappresenta il maggior impegno?
“Sicuramente la musica di Kraus: è la più difficile dal punto di vista collettivo, l’orchestrazione è spesso a strati, beethoveniana, e per suonarla bene ci vuole un gruppo molto affiatato, in cui non ci siano individualismi: un gruppo che punti compatto allo stesso scopo.”Lei ha portato l’orchestra in tournée la scorsa estate, e ora torna a dirigerla dopo la parentesi dello stage di perfezionamento primaverile per gli archi: come ha ritrovato Theresia?
“Molto bene: l’organico è stato ampliato perché in Kraus serve una pattuglia di fiati davvero nutrita, fino a quattro corni. Negli archi ci sono tre violini e due violoncelli nuovi; abbiamo acquistato anche una nuova viola, la bravissima Maria Bocelli che infatti guida la fila, e abbiamo aggiunto un contrabbasso: il giovane Adrien Alix affianca Shuko Sugama, che l’anno scorso era da sola: è un gruppo già molto affiatato, con ottime potenzialità.”